L'elettrocardiografo (STEP - 01) è uno strumento di giovane origine, la sua prima apparizione si ha nel 1903 grazie all'inventore olandese Willem Einthoven (STEP - 09). Questa sua creazione seppur ancora in uno stato embrionale, gli valse il premio Nobel per la Medicina nel 1924. Einthoven pubblicò anche diversi articoli sull'interpretazione dei primi tracciati (STEP - 10), gli elettrocardiogrammi (STEP - 06).
Nonostante l'uomo si sia sempre interrogato sull'attività e la funzione del cuore (STEP - 07) solo nel XIX secolo si viene a scoprire della sua attività elettrica. La scoperta risale al 1844 quando Matteucci pubblicò il trattato di elettrofisiologia sull'attività elettrica della muscolatura cardiaca. Successivamente, anche grazie a queste scoperte, vennero pubblicate le leggi di Faraday (STEP - 24), andando a definire i primi elementi essenziali per la costruzione dell'ECG, come gli elettrodi. Subito dopo l'invenzione dello strumento si ha un continuo aggiornamento dell'apparecchiatura. Già nel 1927 venne pubblicata da "Heart" la scoperta di William Craib, secondo la quale veniva spiegato il funzionamento della fibrocellula muscolare cardiaca e la teoria del dipolo.
Ancora oggi lo strumento è in continua evoluzione (STEP - 17), diventando sempre più minimale e funzionale nella sua composizione (STEP- 20). Ovviamente anche con l'avvento dei computer, nel voler sfruttare la rete e i processori di ultima generazione, sono nati i PC-ECG, capaci di interpretare automaticamente i tracciati elaborati. Questa sua evoluzione ha permesso anche un apprendimento dell'utilizzo dello strumento più immediato e fruibile (STEP - 21 - 22), arrivando alle strutture ospedaliere ma anche alle farmacie (STEP - 13), che offrono come servizio quello di effettuare test su prenotazione.
Ad oggi l'ECG nella sua forma più comune è composto da un corpo ECG solitamente fornito di schermo autonomo rivestito in plastica (STEP - 08) o che richiede un collegamento a un computer esterno, dei cavi ECG in guaina isolante, e gli elettrodi (V1, V2, V3, V4, V5, V6), che fanno da collegamento col cuore e che sono generalmente in foam di gel liquido (STEP - 03). Il passaggio di corrente dal cuore agli elettrodi avviene grazie alla differenza di potenziale degli impulsi del miocardio che vengono acquisiti da questi ultimi. (STEP - 05 - 16). A questo punto gli impulsi ricevuti vengono trascritti all'interno di un grafico, l'elettrocardiogramma. Il grafico può essere poi successivamente stampato attraverso una stampante termica (STEP - 26).
Le grandi multinazionali si sono fin da subito mobilitate nella produzione (STEP 11-20), tant'è che essendo uno strumento di misurazione sono presenti normative indispensabili da dover applicare nella sua creazione (STEP - 23).
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